L'Under 19 è campione d'Europa
(di Francesco Oddi - 05 agosto 2003)

Un successo storico. Da quando l’Uefa organizza il Campionato Europeo per nazionali under 18 (da due edizioni diventato per under 19) mai gli azzurrini erano riusciti a portarsi a casa il trofeo. Ce l’ha fatta il gruppo degli ’84, guidati da Paolo Berrettini, una squadra talmente competitiva da potersi persino permettere il lusso di tenere in panchina nelle due partite decisive un talento come Francesco Lodi. Aquilani, Pazzini, Mantovani e Della Rocca i talenti su cui è pronto a giurare il tecnico azzurro, che, superando un rissoso Portogallo (vergognoso in particolare il comportamento del difensore dell’Alverca Amoreirinha), ha vendicato con gli interessi la sconfitta patita un mese prima dai ragazzi di Francesco Rocca nella finale del Torneo di Tolone.

La formazione messa in campo contro la Repubblica Ceka e confermata per la finale prevedeva il romanista Paoloni in porta, Ferronetti terzino destro e capitan Mantovani sulla fascia opposta. Per entrambi esordio in A nella passata stagione, una presenza per il primo con la Roma, otto con il Torino per l’altro, ed entrambi sono stati presi in prestito dalla Triestina per affrontare il prossimo campionato di serie B. Centrali l’atalantino Belotti e l’interista Potenza, finito in prestito al Chievo nella trattativa che ha portato Luciano in nerazzurro. Esterni di centrocampo Padoin, che l’Atalanta ha girato per metà al Vicenza, uno specialista di fascia sinistra impiegato da Berrettini sulla corsia di destra, anche per far posto al gigantesco Chiellini, terzino o centrocampista esterno del Livorno, da tre anni nel giro della prima squadra, preso in comproprietà dalla Roma nell’ambito della trattativa per il riscatto di Amelia da parte della società toscana. Roma che ha sotto contratto anche il faro del centrocampo azzurro, il talentuoso Alberto Aquilani, che nella prossima stagione farà le ossa nella Triestina, proprio la squadra contro cui aveva esordito in maglia giallorossa, dal primo minuto, in Coppa Italia. Romano anche l’altro interno, Adriano D’Astolfo, cresciuto nella Lodigiani, dalla prossima stagione alla Ternana. Al centro dell’attacco il bolognese Della Rocca, l’unico ad aver già fatto centro in serie A: una sua deviazione sottomisura, sfruttando una lunghissima rimessa laterale di Chiellini, ha indirizzato nel verso giusto la finale con il Portogallo. A far coppia con lui Giampaolo Pazzini, che con l’Atalanta non è ancora riuscito ad esordire, ma sembra destinato a recuperare il tempo perduto nel prossimo campionato, visto che la dirigenza orobica ha seguito con molta attenzione le sue eccellenti prestazioni in maglia azzurra. Suo il gol che ha deciso la semifinale con la Repubblica Ceka, ha poi firmato il raddoppio contro i lusitani, al 25' del primo tempo, raccogliendo una punizione di Aquilani rimpallata dalla barriera.

Subentrato solo al 32’ della ripresa Francesco Lodi, fantasista dell’Empoli e mattatore del primo girone di qualificazione con 5 reti in 3 gare: a fine partita gli viene consegnata la fascia di capitano ed è lui ad alzare per primo il trofeo. Due gol per lui in questa fase finale, così come per il centrocampista del Verona Simon Laner, a segno, insieme alla punta della Juventus Palladino, contro i padroni di casa del Liechtenstein. A disposizione di Berrettini anche il terzino destro Perico (Atalanta), il centrale difensivo Scurto (Roma), il centrocampista Stefani (cresciuto nel Milan ma passato al Parma in cambio di Porcari) ed il secondo portiere Ivaldi (Genoa). Convocati per il ritiro di preparazione, ma esclusi dalla lista dei diciotto il portiere Villanova (Cittadella, dalla prossima stagione all’Inter), il fluidificante sinistro Armenise (Bari), il centrocampista Morici (Lazio) ed il centravanti Gibbs (Parma). Non era facile trovare spazio in una squadra così forte.

Il cammino degli azzurri



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