CAMPIONATO UNDER 18 [2005] 2022-23
Regular s. - Fase finale - Finalissima - Albo d'oro

FINALE

Martedì 13 giugno 2023, ore 20
Stadio Riviera delle Palme, San Benedetto del Tronto (AP)

SPAL-INTER 3-1

SPAL (4-3-3) Martelli; Verza, Svoboda, Bonadiman, Tosi; Parravicini, Marrale, Carbone (36’st Evzona); Longoni (24’st Deme), Franzoni (36’st Angeletti), Rao (24’st Simonetta). A disp. Luciani, Santella, Pavek, Karagiorgis, D’Agata. All. Pedriali
INTER (4-3-1-2) Tommasi; Aidoo (1’st Miconi), Guercio, Stabile, Motta (34’st Ciuffo); Ricordi, Bovo (18’st Di Maggio), Berenbruch; Quieto (34’st Diallo); Vedovati (18’st Tamiozzo), Owusu. A disp. Zamarian, Stante, Castegnaro, Mazzola. All. Zanchetta
ARBITRO Castellone di Napoli (Chiavaroli-Carella; Maccarini)
MARCATORI 20’pt Carbone (S), 40’pt Longoni (S), 45’pt Guercio (I); 6’st Longoni (S)
NOTE ammoniti Berenbruch, Bovo. Recupero 2’, 5’

Gli Highlights (figc.it)

Nell’anno in cui la prima squadra retrocede in C, e la Primavera perde ai playoff la possibilità di tornare in Primavera 1, la Spal può festeggiare la sua formazione Under 18, che per il secondo anno di fila vince lo scudetto (non assegnato, causa Covid, nella prima stagione, la 2019-20, e finito ai 2003 del Genoa nel 2020-21). Lo scorso anno fu una finale a sorpresa tra due outsider, un derby emiliano con il Bologna, quest’anno la squadra di Massimo Pedriali – al secondo titolo di fila – si trovava davanti l’Inter, grande favorita, con tutto che aveva perso da tempo i cinque pezzi migliori della classe 2005, già promossi in Primavera: la mezzapunta Valentin Carboni, il centravanti Francesco Pio Esposito, il portiere Calligaris, il regista (e figlio d’arte) Aleksandar Stankovic e l’esterno d’attacco Enoch Owusu. Il primo è con la nazionale maggiore argentina, il secondo in Argentina per il Mondiale Under 20, il terzo è infortunato da mesi (tra i pali va un 2006, Tommasi), mentre l’ultimo scende in Under 18, nonostante abbia già 28 partite e 6 in Primavera. Nato a Bergamo da genitori ghanesi, nazionale italiano Under 18, Owusu è il più atteso della finale di San Benedetto: prende il posto di un altro infortunato, l’irlandese d’origini albanesi Kevin Zefi, capocannoniere del campionato (insieme al genoano Pessolani) con 16 gol, peraltro segnati in appena 13 partite.

Con lui davanti c’è il centravanti Vedovati, decisivo nella semifinale con il Sassuolo, alle loro spalle Quieto, in regia capitan Leonardo Bovo, scala in panchina rispetto alla semifinale Di Maggio, che pure ha già fatto le sue apparizioni in Primavera (oltre che nelle selezioni azzurre): al suo posto il brevilineo Ricordi. Completa il reparto la mezzala sinistra Berenbruch, quasi sempre tra i migliori della squadra di Andrea Zanchetta, in difesa fanno coppia Guercio e Stabile, con Aidoo a spingere sulla destra. La Spal conferma in toto la formazione che aveva battuto la Roma in semifinale, tenendo nuovamente in panchina il gioiellino Jacopo Simonetta, classe 2006, che domenica era andato a segno, da subentrato.

Dopo 20’ di equilibrio, la Spal sblocca: Carbone sulla trequarti intercetta un appoggio di Guercio, poi lo salta di netto, e calcia all’incrocio dei pali, con lieve deviazione di Bovo. L’Inter risponde con un cross dal fondo di Aidoo, lanciato da Ricordi: Longoni di testa mette in angolo, anticipando Bovo. Poi ci prova Owusu, altro cross deviato in angolo, al 35’ Quieto calcia una punizione, smorzata dalla barriera e bloccata da Martelli. Ma al 40’ la Spal raddoppia: ancora protagonista Carbone (2006, come l’azzurrino Rao, reduce dall’Europeo U17, e il difensore Bonadiman ), che va a recuperare palla sulla trequarti e la gira per il numero 10 Longoni, che controlla e calcia, da una buona trentina di metri, potete e preciso, dritto all’incrocio dei pali. Cinque minuti e Guercio si fa perdonare l’imprecisione sul primo gol saltando più in alto di tutti sul calcio d’angolo di Berenbruch: colpo di testa all’incrocio e gara riaperta.

L’Inter a inizio ripresa cambia il terzino Aidoo inserendo Miconi, che si adatta a destra dopo l’ottimo spezzone a sinistra contro il Sassuolo, ma dopo 6’ la Spal ristabilisce le distanze, ancora con Longoni, che riceve da Verza e avvia l’azione, chiede la triangolazione a Franzoni, che gli rende palla di tacco, e poi calcia in rete in diagonale, con un bellissimo sinistro carico di effetto. Parravicini recupera bene palla sulla trequarti ma poi calcia sul fondo, in equilibrio precario, sul fronte opposto un’intuizione di Quieto viene deviata in angolo, batte il solito Berenbruch, colpo di testa di Di Maggio, appena subentrato a capitan Bovo, gran riflesso di Martelli. Nuova battuta del numero 8 nerazzurro dalla bandierina, Owusu ci mette il piede, altra bella parata del portiere della Spal. Poi ci prova Tammiozzo, su punizione di Berenbruch, prolungata da Stante: palla alta. Negli ultimi minuti però l’Inter smette di crederci, l’ultima occasione è per i biancocelesti, un buon sinistro di Angeletti, centravanti subentrato, che finisce sull’esterno della rete. Poi la Spal – che non aveva neppure aggregato il suo miglior 2005, il terzino Filippo Spiani, che da tempo viene utilizzato sotto età – può alzare la coppa: se ne occupa capitan Alessio Marrale, uno dei tanti che in mattinata (e alla vigilia della finale) era stato impegnato con gli esami, per accedere alla quinta superiore. L’anno prossimo faranno la Primavera 2, anche se la retrocessione della prima squadra potrebbe favorire qualche esordio (già ottenuto dal numero 7 Parravicini): in Under 18, salvo deroghe, la squadra che ha vinto gli ultimi due scudetti non ci sarà più, visto che è riservata alle squadre di A e B, e quelle di C possono iscriversi solo se fanno la Primavera 1.Non ci sarà neppure il responsabile, Andrea Catellani, che aveva raccolto l’eredità di Ludergnani, passato al Torino nel 2021: ieri ha annunciato l’addio al club di Ferrara, tornerà al Modena, che lo aveva lanciato da calciatore.