SIMONE RICOZZI
Centrocampista
Nato a Roma il 24 marzo 1997
Esordio in A: -
2010-11 | N.LODIGIANI | dil. | |||||
2011-12 | ROMA | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2012-13 | ROMA | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2013-14 | ROMA | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2014-15 | ROMA | A | |||||
(legenda)
(Valeria Meta - Il Romanista - 14 marzo ’12)
C’è la firma di Simone Ricozzi sul primo derby vinto dalla Roma sul campo Agostino Di Bartolomei, che pure proprio da un derby è stato inaugurato. Ma dove gli Allievi Regionali non sono arrivati (2-3 con tanto di gol dell’ex Steri), i Giovanissimi Nazionali hanno pescato il jolly grazie al gol che non t’aspetti. Perché in una squadra in cui la metà delle 66 reti segnate in campionato sono state realizzate da due giocatori (Trani e Calì), che a decidere una partita fondamentale per la classifica e il morale sia un giocatore che fin qui non solo non aveva mai segnato, ma aveva piuttosto evitato i gol altrui non è cosa di tutti i giorni. «Ricozzi è stato bravissimo – ha detto il tecnico Coppitelli – anche perché per lui la difficoltà era doppia: la sua partita più difficile fino all’anno scorso era con la Roma e peraltro perdeva sempre. Chi è qui da più tempo è abituato a giocare due derby a stagione, per lui che è arrivato quest’anno calarsi in una realtà di questo livello non era semplice e invece si è inserito subito».
Una parabola fulminante quella di Ricozzi, passato dai dilettanti della Lodigiani all’Under 15 in meno di sei mesi: Bruno Conti l’ha portato a Trigoria in estate per completare l’organico dei ’97, in procinto di cominciare il loro primo campionato nazionale. Nonostante il fisico da centrale difensivo, Simone ha sempre giocato in mezzo al campo e lì l’ha messo anche Coppitelli, interno nel centrocampo a due quando la Roma giocava con quattro attaccanti, vertice basso di quello a tre ora che è passata al tridente. «Forse le sue caratteristiche non sono quelle di un centrocampista classico – spiega il tecnico – ma dal punto di vista fisico ci permette di fare la differenza e poterci permettere qualcosa di più in avanti. È molto ordinato, gioca semplice e dà geometrie, in fase difensiva ci dà sempre una grande mano e poi sa fare anche gol…».
Se ne sono accorti anche i difensori della Lazio (con due dei quali, Verdicchio e Botta, Ricozzi ha condiviso la prima convocazione in azzurro al torneo Giovani Speranze insieme a Bordi, Trani, Eros De Santis e Di Livio), che l’hanno lasciato tutto solo in area, libero di avventarsi sulla corta respinta della punizione di Di Livio, prendere la mira e mettere la palla sul primo palo. Una gioia impossibile da frenare, al punto che quasi scavalcava le reti di recinzione per andare ad abbracciare il fratello: per tirarlo giù c’è voluto Trani e l’urlo che i due si sono scambiati è l’immagine che rende meglio l’idea della prova di carattere dei Giovanissimi contro la Lazio. La partita più importante dell’anno stavolta è riuscito a vincerla. E anche dalla parte giusta.