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Difficilmente, fino a qualche mese fa, avrebbe trovato qualcuno disposto a scommettere sulla sua permanenza a Trigoria, adesso la rifondazione d’una Primavera eliminata contro ogni pronostico nel corso della regular season potrebbe prevedere per lui uno spazio non secondario. Era cominciato a scricchiolare sul finire della scorsa stagione il rapporto tra la Roma e Giuliano Falco, talentuoso centrocampista offensivo degli Allievi Nazionali, e la conferma in Primavera era tutt’altro che sicura. La società giallorossa lo aveva preso nel 2004, dopo che il fallimento aveva sciolto un legame che andava avanti da tre anni con il Calcio Napoli: una prima stagione tra alti e bassi con gli Allievi Nazionali di Marco Pedini, sotto età come Okaka, Delfino e Umberto Eusepi, una seconda con Sandro Baroni, senza la soddisfazione della vittoria all’Arco di Trento ma in compenso con un posto da titolare.
Ambidestro o quasi, fantasioso, scattante e tecnico, era il giocatore che, piazzato largo a sinistra in un centrocampo spesso a quattro e talvolta a due più tre, doveva rendere meno prevedibile la manovra offensiva, liberandosi del diretto marcatore per arrivare al tiro o al cross. Ventitre le presenze in campionato, quasi tutte dall’inizio, quasi nessuna fino alla fine, con quattro gol, uno dei quali direttamente dalla bandierina del calcio d’angolo, forse l’unico visto a Trigoria negli ultimi anni. Esuberante in campo e fuori, prese molto male la decisione di Sandro Baroni di tenerlo in panchina nel doppio ottavo di finale con la Juventus, preferendogli Manuel Mancini: chiese rassicurazioni e le ottenne, finendo nella lista degli Allievi promossi in Primavera.
Con una rosa di trentatre giocatori ed un carattere non facile da gestire, i primi mesi furono sconfortanti: una sola convocazione per la panchina, ed un quarto d’ora d’esordio a Firenze, ultima di andata, in cui De Rossi gli rimproverò pesantemente una carica agonistica ben inferiore a quella richiesta dalla situazione di svantaggio. Gli ci vollero due mesi, e la squalifica in contemporanea di Suppa e Palermo, per tornare in campo con l’Arezzo, da allora non è più uscito dalla lista dei convocati. Sabato scorso, alla sesta apparizione ufficiale, l’ultima per quest’anno, ha ricominciato a far vedere di cosa è capace, entrando in tutti e tre i gol che hanno permesso alla Roma di aggiudicarsi l’ormai inutile scontro diretto con la Fiorentina: due punizioni telecomandate, la prima per la testa di Freddi, che ha centrato una traversa poi trasformata in rete da Giacomini, la seconda per quella di Cafiero, che ha trovato il primo gol in campionato, ed un terzo destro, questa volta a palla in gioco, partito appena fuori area e finito alle spalle del figlio di Pazzagli.
La conferma per la prossima stagione non è ancora del tutto certa: la Roma, per fargli lasciare Caserta, ha dovuto garantirgli vitto e alloggio nel pensionato di Trigoria, sopportando dei costi che vanno al di là dell’eventuale precontratto, che ancora per un anno non si renderà necessario. A suo vantaggio l’addio per raggiunti limiti di età di Massimiliano Marsili, ed i dubbi su Suppa e Cervini, divenuti suoi diretti concorrenti visto che De Rossi lo vede come centrale e non come esterno. Sono più vecchi di un anno, e nelle ultime cinque gare hanno giocato in due poco più di mezz’ora: se la Roma decidesse di non dar loro un’ultima possibilità, l’ex centrocampista del Napoli si ritroverebbe a portata di mano una maglia da titolare. (Francesco Oddi - 19 aprile ’07)