Il figlio di Maradona:
un fenomeno mediatico più che calcistico
(di Francesco
Oddi - 15 aprile 2003)
Poche sono le volte in cui l’attenzione dei mass media si focalizza sul calcio giovanile, ed ancor meno sono le volte in cui questo avviene in modo corretto. Ci si butta sull’argomento per creare uno scandalo, come successe quattro anni fa, quando il Torino spese 100 milioni per Vincenzino Sarno, o per sfruttare la curiosità suscitata da un cognome famoso. È cambiata la vita del giovane Diego Armando Sinagra quando, nel ’92, la madre Cristina vinse la sua battaglia per il riconoscimento di paternità: il ragazzo è figlio di Diego Maradona ed ha diritto al cognome del padre. Sarebbe già abbastanza per sbattere il ragazzo in prima pagina, ma non finisce qui. Il figlio del mito gioca a calcio, se la cava bene, e approda alle giovanili del Napoli. La squadra della sua città, dove è nato e dove vive con la madre, ma soprattutto la squadra che vivrà sempre nel ricordo del padre, in onore del quale non assegna più la maglia numero dieci, perché nessuno sarà mai in grado di reggere il paragone. Ma solo per la prima squadra, nelle giovanili il dieci c’è ancora, e nella sua categoria è proprio Diego Junior a portarlo sulle spalle. La frenesia mediatica arriva all’apice quando il ragazzo viene convocato per la prima volta in under 17 da Antonio Rocca: un semplice stage, con partitella contro la nazionale maggiore. Ma le foto in maglia azzurra del giovane Diego, che all’illustre genitore, somaticamente, somiglia parecchio, finiscono sulle prime pagine di tutti i quotidiani sportivi.
Adesso il ragazzo, classe ’86, è stato portato con un anno di anticipo in primavera, ma, pagando la giovane età, non trova ancora molto spazio. E la sua avventura in maglia azzurra si è chiusa subito, senza neppure una gara ufficiale, anche se Rocca afferma che continuerà a seguirne i progressi. Allo scorso Torneo di Viareggio i titoli erano tutti per lui, ma non ha giocato una sola partita intera. Mentre un suo coetaneo come Bojinov è già andato a segno in serie B, mentre altri, come il ternano Lauria, in primavera recitano un ruolo da protagonisti. In Inghilterra James Milner, anche lui classe ’86, ha già segnato due gol in Premier League con la maglia del Leeds. Per il giovane Diego Armando si era mosso il Clyde, una squadra scozzese di serie B, informandosi per un prestito di quattro mesi. L’operazione, dai fini pubblicitari più che tecnici, non è fortunatamente andata in porto.
Il ragazzo, se manterrà le promesse, potrebbe arrivare a fare il calciatore di professione. Ma che nessuno, nel Napoli o no, si illuda di aver trovato il nuovo fenomeno del calcio italiano. Perché, se non si fosse ritrovato il cognome di un padre che non ha mai incontrato, il giovane Diego Armando al momento sarebbe solo uno dei tanti ragazzi che vestono ogni anno l’azzurro delle nazionali giovanili: talentuosi ma precari, con qualche possibilità di sfondare, ma destinati per la maggior parte ad una carriera da mestieranti nelle serie minori.