Costruita per vincere: la Juventus primavera
(di Francesco
Oddi - 7 marzo 2003)
Un gol di Chiumento al 90’ consente alla Juventus di superare lo Slavia Praga, aggiudicandosi la 55° edizione della Coppa Carnevale. Successo pienamente meritato: i ceki, che durante la manifestazione hanno comunque messo in mostra vari elementi di valore, hanno resistito fino alla fine solo grazie alla prova eccellente sfoderata dallo slovacco Kozacic, premiato come miglior portiere della manifestazione. Successo in parte annunciato, visto che la Juve alla vigilia era considerata una delle favorite, una squadra allestita per vincere, inserendo, con investimenti importanti, giocatori di valore con anche una certa esperienza alle spalle. Una scelta dispendiosa, non apprezzata da parte degli addetti ai lavori, ma condivisa dagli altri grandi club, Inter e Milan in particolare.
Degli undici giocatori messi in campo da Gasperini nella finale solo cinque avevano giocato negli allievi nazionali della formazione bianconera: Cassani, Paro, Scicchitano, Pederzoli (premiato come miglior giocatore del torneo) e Mirante. Questi ultimi due però erano arrivati sedicenni alla Juventus, rispettivamente dal Bologna e dal Sorrento. Cinque sono stati presi quest’estate: Gastaldello, 21 presenze in due anni di prima squadra con il Padova, Bartolucci, che aveva già debuttato in serie A con la Fiorentina, il fratellino di Matteo Brighi, Marco, il francese Konko e soprattutto Ruben Oliveira, sei presenze nella nazionale maggiore uruguaiana. Un giocatore che la Juventus pare intenzionata a riscattare per sette milioni di dollari, preso per la prima squadra e lasciato a disposizione della primavera per il Viareggio, dopo il debutto in Champions League.
Una politica che abbina il compito di crescere e formare giovani per la prima squadra a quello di valutare le prospettive di giovani calciatori provenienti da altre società professionistiche, sia italiani che stranieri. Una politica molto dispendiosa, che rischia a volte di togliere un po’ di spazio ai ragazzi cresciuti in casa – rischio attenuato con l’allestimento della squadra Berretti – ma che darà di certo i suoi risultati. Il Viareggio, che la Juve non si portava a casa dai tempi di Del Piero e Cammarata, non è che il primo passo.
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