LE DELUSIONI DEL CAMPIONATO PRIMAVERA 2011-12
(da betandeconomynews.it)

ATALANTA
Forse la squadra intera, tenendo conto del deludente quintultimo posto nel girone B, a 18 punti dall’ultima qualificata per i play off. E pensare che il gruppo dei ‘93 nei Giovanissimi si era laureato Campione d’Italia: di quell’annata – tolto il terzino destro Almici, che prestato al Gubbio è stato uno dei più giovani titolari del campionato di serie B – ad alto livello si sono perse le tracce. Il più atteso, il centravanti Magnaghi, a gennaio è stato dirottato in prestito in C, alla Tritium, senza mai affacciarsi in serie A, neanche> in panchina.

BOLOGNA
Nessuna vera delusione, se non altro perché c’erano pochissime aspettative intorno ai ragazzi della Primavera rossoblu: unica eccezione il francesino Taider, che infatti è sbarcato presto in serie A.

CAGLIARI
Rimandata l’esplosione del talentino Piredda, centrocampista passato di regia (e poi uscito) dal giro delle Nazionali giovanili: ha ancora un anno di tempo, visto che è del ‘94 (come Murru, che invece in serie A i primi due gettoni li ha presi).

CATANIA
Quelli che promettevano qualcosa – la punta Aveni, il terzino Calapai – qualcosa di buono lo hanno fatto vedere: stagione positiva.

CESENA
Dal romeno Florentin Matei, che un annetto prima di sbarcare in Romagna era richiesto da mezza Europa, ci si aspettava qualcosa in più, invece non è rientrato nella mezza dozzina di giocatori lanciati in serie A dopo la retrocessione. In cui non è rientrato neanche Leonardo Arrigoni: il padre Daniele lo aveva aggregato alla prima squadra, quando ha lasciato la panchina non è più stato preso in considerazione. Discorso completamente diverso per Tommaso Arrigoni (nessuna parentela), che con le sue 13 presenze è stato il ‘94 più utilizzato della scorsa serie A.

CHIEVO
Un nome su tutti, Francesco Grandolfo: arrivato dal Bari (prestito con diritto di riscatto) dopo i tre gol in A (nella stessa partita, peraltro sotto inchiesta, col Bologna) della stagione passata, i minuti che ha giocato quest’anno si contano sulle dita di una mano. Tanti altri ‘92 che hanno fatto la Primavera al limite d’età non hanno avuto neanche quelli: il panamense Hernandez faticava anche a giocare titolare in Primavera, il bulgaro Kirilov è andato anche bene, ma non ha rimediato che un paio di spezzoni in Coppa Italia, pur avendo giocato tra i grandi già nel Rimini 2009-10.

FIORENTINA
La lista più lunga della serie A, a partire dall’ultimo arrivato, il centravanti afro-danese Zohore, che col Copenhagen era sceso in campo al Camp Nou, sfidando il Barcellona in Champions: Corvino pensava potesse far comodo a una prima squadra senza attaccanti, ha faticato molto anche a fare il titolare in Primavera. Deludente il centrale Rozzio, che lo scorso anno era titolare in Seconda Divisione e in Under 19, del tutto anonimo il campionato di Agyei, surclassato dal connazionale Salifu, Matos, consideratissimo ai tempi degli Allievi, ha regalato poche briciole del suo talento, lo stesso Camporese per mesi è sembrato l’ombra di se stesso, prima di riprendersi con qualche buona prestazione in prima squadra. Non è uscito da una crisi cominciata da almeno un paio d’anni Alberto Baccarin, ai tempi del Vicenza numero 10 dell’Italia under 16.

GENOA
Nessuno in doppia cifra: dagli attaccanti sembrava lecito attendersi qualcosa in più, in particolare dal nero Said, ex settore giovanile dell’Inter, entrato anche nel giro dell’under 19. Il centrocampista Sturaro, una vita nel giro azzurro, si è allenato tutto l’anno in prima squadra senza riuscire ad esordire, si sono perse le tracce anche della punta esterna Maisto, che si era messo in buona evidenza con la Primavera del Frosinone.

INTER
La delusione vera è stata Lorenzo Tassi, che la Primavera non l’ha neanche vista: è del ‘95, ma da uno costato quelle cifre (intorno al milione e mezzo per la comproprietà), accostato a Baggio e Pirlo e lanciato in serie A a 16 era lecito attendersi qualche apparizione sotto età, mentre l’ex Brescia ha faticato molto anche negli Allievi, saltando tutta la prima parte di stagione per problemi di preparazione. In Primavera hanno sofferto molto i due portieri che si sono alternati in attesa del recupero del titolare Di Gennaro, Melgrati (ex nazionale under 17) e Cincilla. In avanti ha fatto sentire la sua presenza il gigantesco croato Livaja: non è certo andato male, ma da uno che da settembre a gennaio ha fatto la serie A (riserva di Bogdani a Cesena) era lecito attendersi qualcosa in più di 3 gol in campionato. Anche se uno dei tre è stato il più importante del campionato, sbloccando dopo 4’ la finale con la Lazio.

JUVENTUS
Il centravanti Libertazzi – un ‘92 che aveva esordito in prima squadra con Delneri, e che partiva con la fascia di capitano – si è fatto togliere (colpa di un infortunio, ma non solo) il posto dal bravo Padovan, di due anni più giovane. Mentre Belfasti, preso a caro prezzo dal Modena, doveva giocarsi il posto col terzino sinistro titolare (Matteo Liviero) e invece è rimasto praticamente tutta la stagione in panchina. Ma la delusione più grande resta il romeno Branescu, arrivato un anno e mezzo fa con l’incauta etichetta di nuovo Buffon: incerto in presa, sui tiri dalla distanza e nello scegliere il tempo delle uscite, non ha mai trasmesso fiducia alla difesa. Fosse cresciuto in casa, nonostante l’ottimo fisico, sarebbe già stato accantonato, ma visto che la Juventus ha speso qualcosa come 400.000 euro per portarlo a Torino è costretta a insistere, per non perdere l’investimento. Il croato Sluga, acquistato a fine agosto, dopo i primi (deludenti) sei mesi di Branescu a Torino, non è riuscito a togliergli il posto.

LAZIO
Al terzo anno in Italia finalmente Barreto ha cominciato a segnare (19 gol, capocannoniere della squadra, ma solo perché Ceccarelli a gennaio ha lasciato per andare a fare panchina alla Juve Stabia) e quando Reja ha avuto bisogno di una punta gli ha preferito Rozzi: qualcosa non quadra. Tra i giocatori che la società biancoceleste si è andata a capare in giro per il mondo male il lituano Vilkaitis, che alle finali scudetto non ha trovato spazio neanche in panchina, rivedibile ma senza entusiasmo il romeno Tira Catalin, che però è un ‘94, ha ancora un anno di tempo. Il suo coetaneo Scarfagna non è ancora esploso: portiere di buon talento, ci si aspettava qualche gara in più, nonostante l’eccellente stagione del fuoriquota Berardi.

LECCE
Falcone non ha giocato praticamente mai, e non si è capito perché: poco brillante la pensata di tenerlo in prima squadra senza farlo scendere il sabato con la Primavera, facendo buttar via un anno al miglior talento del vivaio. Non ha fatto l’atteso salto di qualità il portiere Turbacci, uno che un paio d’anni fa era conteso dalle squadre più importanti d’Italia, l’attaccante Rizzo, in buona evidenza con gli Allievi, non si è ripetuto.

MILAN
C’erano due fuoriquota del ‘91 aggregati alla Primavera, il centrocampista l’afro-portoghese Pelé Tuncara, arrivato in comproprietà dal Genoa, e l’attaccante brasiliano Lucas Roggia, preso a gennaio: per età avrebbero dovuto far parte della prima squadra, non sono stati in grado neppure di ritagliarsi uno spazio in Primavera, finendo esclusi, dopo poche e deludenti gare, persino dalla panchina. Non ha convinto il portoghese Ferreira, arrivato tra grandi aspettative un anno fa, Prosenik, preso a gennaio dal Chelsea, ha giocato poco o niente, il ‘95 Petagna, che ha un talento straordinario, ha cominciato la stagione in Primavera venendo poi retrocesso con gli Allievi.

NAPOLI
Un nome su tutti, Giuseppe Iuliano, uno che a 16 anni giocava in Nazionale, e si temeva potesse fuggire in Inghilterra, forse al Chelsea: non è cresciuto in altezza, non è riuscito a fare la differenza in Primavera, a gennaio è stato mandato in prestito alla Pro Patria, ultimo tentativo per recuperare un fantasista che veniva ritenuto in grado di imporsi anche in serie A. Il difensore centrale Petrarca ha giocato poco o nulla per una lunghissima serie di infortuni: a vent’anni lascerà la Primavera senza aver mai visto la prima squadra, lui che era considerato di sicuro avvenire.

NOVARA
Era stato un colpo interessantissimo Mattia Maggio, italiano di Germania, convocato da Salerno in under 17 quando ancora giocava nello Stoccarda: forse è improprio parlare di delusione per un ‘94 che ha esordito in serie A. Ma era l’ultima giornata, in una squadra retrocessa, e nel campionato primavera il centravanti si è fermato a due gol.

PALERMO
A conti fatti, quello che ha reso meno rispetto alle aspettative è stato il centrocampista Cristofari, ex nazionale under 17, che dopo la rescissione del contratto con la Roma aveva un’offerta dal Liverpool, e ha preferito Palermo: un anno fa era in ritiro con la prima squadra, ma non ci è più tornato. In ombra anche il paraguaiano Jara Martinez, pupillo di Sabatini che lo fece allenare sotto falso nome fino a che non riuscì a tesserarlo: nel 2010/11 Delio Rossi lo schierò in Coppa Italia contro il Parma, e gli fece tirare il rigore (realizzato) che valeva il passaggio del turno. Sembrava l’inizio di una bella carriera, è rimasto lì. Zero presenze in gare ufficiali nel 2011-12, come per il difensore Giuseppe Prestia, anche lui lanciato in prima squadra da Delio Rossi, accostato a lungo al Manchester City.

PARMA
Una mezza dozzina di stranieri, vari ‘92, ma nessuno ha lasciato il segno. E il capocannoniere ha chiuso con 6 gol, il bravo Monachello, un ‘94 arrivato a metà stagione dall'Inter: il portoghese Fabio Nunes, due anni in più, si è fermato a 3, e non è neanche approdato in prima squadra. Come l’altro attaccante Abbracciante, che aveva fatto molto bene sia al Frosinone che con l’Italia under 17.

ROMA
Ai tempi dei Giovanissimi Nazionali Fabrizio Carboni era un talento assoluto: difensore centrale con piedi da centrocampista, giocava sotto età nel gruppo dei ‘92 poi laureatosi campione d’Italia. Poi, nel giro di un paio d’anni ha perso il posto: quest’anno in Primavera ha giocato poco, un giorno Luis Enrique lo ha fatto allenare in prima squadra perché aveva i difensori contati per Roma-Juventus, ma poi non lo ha neanche convocato.

SIENA
Quelli da cui ci si aspettava qualcosa – oltre a Rosseti, centravanti classe ‘94, nel giro del’under 18 – erano un portiere e un’ala, Marcone e Vettraino: non hanno esordito in prima squadra, nonostante la salvezza conquistata in anticipo dalla squadra toscana, ma sono del ‘93: non può essere una bocciatura.

UDINESE
Vecchio discorso: l’Udinese praticamente la Primavera non la fa, si limita ad appoggiarci giovani stranieri che dopo pochi mesi passano in prima squadra, o vengono sostituiti da altri giovani stranieri. Uno come il terzino sinistro Karagounis, un promettente ‘94 che nel 2010-11 giocava in Primavera sotto età, è passato all’Olympiacos senza transitare per la prima squadra.


(Francesco Oddi - 25 agosto ’12)